venerdì 22 agosto 2008

greetings

i saluti
solitamente i saluti sono una fase degli incontri che mi trova sempre parecchio impacciata
in maniera direttamente proprozionale all'intensità del tempo passato assieme
i saluti
dopo tre settimane a Suranam
sono stati:



...così,
poco descrivibili a parole, forse perchè di parole ce ne sono state davvero poche e invece ci sarebbe stato tanto da comunicare
tutto è stato tacitamente reciprocamente affidato agli occhi e alla pelle
sguardi e contatto


non c'è molto di più da dire

giovedì 21 agosto 2008

occhio della mente

unghie rosse

sono le 7.30 del mattino
sono due giorni che vengo qui sul tetto, così presto
oggi è l'ultimo giorno intero che passo qui ad Anbalayam
mi sveglio presto perchè voglio far fruttare il tempo


già non abbiamo più ore a scuola, ma ieri il momento "letterary accademy" l'hanno dedicato a noi,
al saluto ufficiale
è stata una festa,
una festa dei colori perchè era mercoledì e il mercoledì è il giorno per lavare le divise e i ragazzi e le ragazze possono venire vestiti in borghese
e il loro "borghese" è così colorato !!!
si muovono per il cortile, sono ordinati e il semplice uscire dalle classi si trasforma in una danza ritmata dalle tinte accese e sgargianti
si siedono a terra maschi da un lato, femmine dall'altro
nel corridoio umano che si crea
passiamo noi
imbarazzati onorati
dietro a Bro. Samy
l'ufficialità del saluto vuole che finalmente due ragazze ci segnino sulla fronte col giallo-oro e il rosso, occhio della mente, e a turno ci pongono sulle spalle, come un caldo abbraccio, una sciarpa
la mia è davvero bella di un intenso azzurro turchese

comincia lo spettacolo
e sono canti danze recitazione

stavolta il tempo non è clemente
e come tutti i pomeriggi in queste due ultime settimane il cielo cambia repentinamente
prima il caldo era stato più torrido che mai
si alza il vento, l'aria è minacciosa e forse con quella pioggia intensa...applaude all'impegno dei ragazzi
pioggia intensa
si chiude il sipario sullo spettacolo a metà
Enrico impreca innocentemente, sembriamo molto più dispiaciuti noi, loro accettano questo intervento della natura con più matura saggia forse esperta serenità
la loro relazione con madre natura è più fitta stretta quotidiana della mia...ormai

all'uscita dalla scuola i ragazzi ci sono venuti a cercare
forse per riempire il tempo che devono passare sul ciglio della strada aspettando il pullman
ancora piove
ma Enrico e Nicola ci fanno poco caso, sono presi a giocare con i ragazzi
mi avvicino

ho conosciuto Sathya
lei è il motivo per cui ora che scrivo ho le unghie pitturate di un acceso e orribile rosso
mi si è avvicinata, mi ha detto il suo nome, il mio lo sapeva
mi si è messa accanto, è rimasta
è come se mi avesse scelto
per la sua amicizia
cerchiamo di scambiarci qualche informazione reciproca
è in dodicesima, l'ultimo anno per cui avrà diciassette anni più o meno, il prossimo andrà al college a Madurai a studiare informatica

un falso allarme su un fantomatico arrivo del bus ci fa dare un impacciato abbraccio, non sono tanto abituati al contatto fisico, ma siamo contente entrambe di abbracciarci, di aver superato varcato questa distanza
quello che ci comunichiamo passa per lo più attraverso
occhi e pelle

dopo aver capito che avevamo ancora tempo per noi
lei, lei mi regala una penna
probabilmente l'unica cosa che può lasciarmi in quel momento
mi sento impacciata
poi mi regala le unghie rosse, anche le sue sono verniciate
Enrico mi dice che il suo nome, Sathya, significa pace,
la sferzata finale arriva insieme alle unghie rosse e mi pulsa dentro come il loro colore intenso, mi chiede di andare a casa con lei, a casa sua...
io ci voglio andare

arriva il pullman
altro abbraccio impacciato
un bacio
e poi ci salutiamo con la mano
a lungo
salire sull'autobus è un'impresa, cinque sei rimangono appesi, attaccati penzoloni, lei è dentro e si divincola per vedermi tra tante teste dal finestrino
ci salutiamo con la mano
a lungo
fino a che il pullman è troppo lontano

martedì 19 agosto 2008

presenziare


l'ennesima meraviglia

per il tardo pomeriggio ci hanno invitato a presenziare
(la cura con cui celebrano la nostra presenza è tale da meritare questo verbo!)
- delegazione intercontinentale -
ad un evento in uno dei villaggi più vicini, Suranam Colony
è dove abita Joel, uno dei nostri pupilli preferiti
non avevamo capito bene cosa andavamo a fare, come spesso è accaduto: i fratelli non sono quasi mai prodighi di spiegazioni, però avevamo inteso che avremmo avuto qualche minuto di esibizione anche noi...sul palco...bah!
se ci sono parecchi bambini spariano il bans della "sardina", che è diventato il tormentone del momento e Joel lo sa tutto a memoria
pronuncia perfetta
Joel è intelligentissimo
solito arrivo in jeep bollywoodiano, ma c'è parecchio fermento
ci sono le solite sedie uniche, per noi
di lato alla spiazzo in terra rossa dove di solito i bambini fanno i compiti luci al neon
stasera è tutto colorato le bandierine gli abiti dei bambini
in questo paese i colori ritrovano la loro dignità cromatica, niente filtri di mercato
c'è anche l'impianto di amplificazione
piano piano mi rendo conto che il fermento organizzativo è tutto opera dei bambini
Linghen è il tecnico-audio si muove con sicurezza, esperienza
Joel è il presentatore, il suo faccino pulito fiero serio impegnato incanta
sono emozionata per loro con loro
come nei teatri di tutto rispetto (anche se qui il palco non c'è, e la nostra si è rivelata un'ansia tutta occidentale!), poco prima dell'inizio ci passano il programma della serata, uno a testa per i seduti su sedia, ciascuno scritto e decorato a mano - la cura-
e poi
sono danze canti recitazione
per fortuna a noi sono assegnati solo pochi minuti, e chiedono ad Enrico di parlare...
...ci penso un po',
in realtà è peggio che dover mimare le parole del bans
perchè mettere in parole qualcosa è difficile

ogni giorno che siamo stati qui ci hanno,
a me sicuramente,
sconvolto la vita, perchè me l'hanno RIdonata semplice sobria essenziale bella
è difficile far capire


P.S. il momento più critico è stato rifiutare quando tra parole pasticciate in tamil e inglese, ho intuito che una ragazzina mi pregava di andare a cenare a casa sua...................................................

lunedì 18 agosto 2008

acqua

Fare parte di questo popolo che con lentezza, sobrieta’ e dignita’ vive la propria chiamata e, dall’alto attende, spera, adora, soffre... e ama.
Così mi sono sentito nella folla maschile che festosa andava sotto le cascate di Kutralam per rinfrescarsi, per gioire per celebrare la vita.. Vita sempre connessa all'acqua... Genesi, lo Spirito che si libra sulle acque.. il Mar Rosso...l’acqua dalla roccia.. il Battesimo al Giordano, ma anche il ricordo della nostra sorella Samaritana... acqua che mi bagnava insieme a loro gioisamente... io, osservato da tutti perche’ straniero e ospite, io bianco a cui rivolgere sempre un dolce sorriso... in questo i bambini e le bambine sono i primi ad abbattere qualsiasi barriera mentale, culturale, linguistica... forse invidiato, forse amato per essere parte con loro alla doccia... ho pregato sotto l'acqua che gelida scrosciava su di me.. ho pregato il Papa’ dei cieli, degli stessi cieli che avvolgono e custodiscono loro e me, di perdonare i miei peccati, di perdonare le mie chiusure e la mia mancanza di liberta’... ho chiesto la semplicita' che questa gente mi testiomonia come la tranquillita' del loro incedere senza sosta... ho chiesto i piedi liberi e scattanti dei bambini per seguire le Sue ispirazioni... ho chiesto il loro sorriso per accogliere chiunque e qualsiasi avvenimento... ho chiesto uno sguardo puro sugli altri come su di me... e ho gioito per essere spinto da loro sotto la cascata e della nostra parziale nudita' che ci rendeva tutti uguali e fratelli e figli del Padre che chiamiamo diversamente, ma che ci ama e che noi amiamo, inevitabilmente come figli da perdonare

domenica 17 agosto 2008

waterfalls




il 15 agosto qui in India è festa nazionale, è l'anniversario dell'indipendenza e la mia giornata è cominciata con Muralii che mi faceva cenno di appuntarmi una piccola bandiera dell'India in carta sul petto
i ragazzi sono venuti a scuola solo per una breve cerimonia patriottica, con particolare cura per l'alzabandiera e l'inno che comunque ripetono ogni lunedì mattina
per i ragazzi di fede cattolica, c'è stata anche la celebrazione religiosa perciò siamo andati tutti insieme in parrocchia per la messa
il brano del vangelo è quello di Maria giovane gestante, che fa visita ad Elisabetta anche lei in cinta
è un brano da un intenso sapore muliebre: Elisabetta sussulta in grembo al saluto della cugina
penso alla maternità di queste due donne
portano ancora in grembo i loro figli e già accettano di donarli senza riserve al mondo: non possono nemmeno sceglierne il nome
la loro vocazione di donne, proteggere tutelare far crescere nutrire, non implica per loro, madri, il possesso del frutto del loro grembo
con Enrico e Nicola abbiamo pregato per noi, e per tutti gli educatori, per gli altri gruppi di noi lasalliani che offrono un servizio ai piccoli: i bambini e le bambine che incontro qui quelli con cui lavoro e lavorerò
non sono miei

il resto del giorno è trascorso senza troppe pretese
ci aspettava però un viaggio in notturna verso le cascate di Kutralam
con noi c'erano Bro. Vincent, l'anima gemella di Nicola, e Bro. Johnson
buona compagnia

siamo arrivati a destinazione verso le cinque del mattino, il tragitto in jeep fa figo (!) ma non è troppo comodo
l'intrapendenza dei viaggi zaino in spalla e poche comodità è affascinante: scopri quanti orpelli inutili superflui nasconde la nostra quotidianità

quando ci hanno presentato questa gita ci hanno sempre parlato o meglio accennato solo al dato naturale: "waterfalls"
la mia fervida fantasia aveva immaginato uno scenario selvatico e incontaminato impervio all'uomo...ci siamo ritrovati invece nel luogo a più alta densità abitativa finesettimanale
un po' l'Ostia degli afosi weekend estivi!
docce collettive
le fantomatiche waterfalls non erano altro che docce collettive: gli indiani fanno file di oltre mezz'ora, durante le quali si cospargono
corpo e capelli
di oli profumati
per poi sciacquarsi bruscamente, shampoo veloce per i più caparbi, sotto il getto forte della casacata
gomito a gomito o meglio gomiti altrui addosso, con tanto di manganellate se la rude guardia (comprensibile sgarbataggine visto che deve stare nell'acqua per ore) si accorge che sosti più dei ventitre secondi leciti!
l'intero rituale avviene, qui sarebbe scontato - sacrilegio - sottolinearlo,
uomini e donne separati
per cui
da sola
ho lasciato i miei baldi compagni e mi sono immersa in quel mare di sari e lunghi capelli neri sciolti
iris bianco in un campo di iris neri
vangoghiano
ero in fila con loro tra di loro
mi guardavano
curiose divertite
anche se presto tornavano al loro unto rito
qualcuna ha provato a parlarmi in tamil
qualcuna ha spiccicato qualche parola inglese masticata male sulla mia provenienza
intanto la fila scorreva
e questa sorta di battesimo si avvicinava

per un prevedibile copione, i primi a impattare con l'acqua fredda sono stati i piedi, brivido
tra uno spintone e l'altro
la facce divertite e i respiri mozzati le risa e i colori i capelli neri i profumi

l'acqua incontaminata e fredda del getto, mi ha riportato a me
al mio corpo, brivido
respiro mozzato
i jeans scomodi appiccicati rigidi alle gambe le spalle scoperte per la cannottiera
l'acqua potente sulla testa

sono pochi secondi in realtà

e la lotta delle donne per qualche attimo in più di doccia
continua

ma mi sento così viva
sembra che l'acqua prenda a scorrermi nella linfa
si mescolano

secondo battesimo indiano

giovedì 14 agosto 2008

l'angolo delle meraviglie

ho deciso di aspettare qualche giorno (forse una labile coscienza, in realta' non troppo conscia, ne sentiva la necessita' per fuggire sentimentalismi esagerati!) per dare inchiostro e consegnare alla carta il pezzo di vita che Dio mi ha regalato lunedi' sera

bro. Alex, alias Rocco (abbiamo dato un soprannome fisiognomico ad ogni fratello della comunita'!!!), e' il responsabile del progetto dei doposcuola nei villaggi e ci aveva annunciato nell'ultimo giro che lunedi' ci sarebbe stata l'inaugurazione di un altro centro

ero emozionata onorata fortunata di stare qui proprio in coincidenza di una nuova apertura, perche' questi punti-studio sono un'intuizione proprio bella, esempio di una creativa risposta alla quotidianita' problematica della gente

era un villaggio in cui eravamo gia' passati percio' i bambini sapevano che avevamo delle macchinette fotografiche

ci aspettavano
e’ stato una arrivo hollywoodiano, anzi in questo caso bollywoodiano!!! (per chi come me non lo sapesse Bollywood e’ il corrispettivo indiano della citta’ americana del cinema!)
si sono accalcati alla jeep e quasi non riuscivamo ad aprire lo sportello, dopo che siamo scesi ci hanno circondato...per darci la mano, chiederci il nome, dirci il loro, “please, photo!?”
dopo dieci minuti di “delirio da obiettivo”, ci siamo inoltrati nel villaggio
camminavo, passo dopo passo, estremamente guardinga perche’ era buio ed era difficile distinguere dove mettevo i piedi (le mucche lasciano liberamente le “impronte fisiologiche” della loro sacra presenza!)
quasi tesa perche’ era pieno di cani rinsecchiti, sciolti
bro. Santiagu si e’ reso conto che non ero proprio rilassata
“I don’t like dogs!” ho confessato
mi ha spiegato che ogni famiglia ne ha uno per tenere lontani altri animali meno graditi!

il buio all’improvviso si e’ aperto in un angolo illuminato e inatteso
un angolo delle meraviglie
mi sono sentita un po' come Alice appresso al Bianconiglio !!!
e questo “angolo delle meraviglie” non era altro che uno slargo, una sorta di aia compresa tra una bassa abitazione in muratura e una capanna di foglie intrecciate di palma
(niente di che, ma per me rimarra’ uno dei posti piu’ belli del mondo!)
due rozzi fornelli creati con le pietre , sopra pietanze a cuocere
le mucche le capre ceste di paglia a terra
la terra rossa
particolari che sembravano messi la’ apposta, con gusto, ricercati
quasi ad imitare la realta’ come si fa nei presepi
invece quella scenografia era vita vera
era difficile per lo sguardo fare una cernita bramavo desideravo vedere tutto accorgermi di tutto, ma e' stato impossibile

l’attenzione squilla quando incontriamo qualcosa che sappiamo riconoscere,
e li’ per noi c’era un vessillo familiare
appeso sul portico della casa c’era un telo colorato con l’immagine del La Salle
e’ bello che fosse li’
credo che su quel muro avesse un forte valore
il valore della fertilita’ del carisma grazia di Dio

c’erano parecchi adulti, anche loro aspettavano questa delegazione, addirittura intercontinentale, ci hanno trattato come ospiti d’onore
(ma qui, credo di aver capito, che tale cura e gentilezza e’ una calda abitudine!)
le uniche sedie erano per noi e per i fratelli
i bambini che prima ci avevano accolto, come dopo un cambio di scena, ora erano li’ con lo zaino i libri emozionati e fieri di prendere parte alla cerimonia
erano seduti di fronte a me, per terra,
come un pubblico
invece
invece nella mia memoria i loro occhi saranno gli unici protagonisti di questa serata
luce del mondo

come conviene all’ufficialita’ di certe occasioni si sono susseguiti diversi interventi in tamil anche abbastanza prolungati
terreno fertile per il vissuto della noia!!!
eppure io mi sentivo in poltronissima, avevo il posto migliore, la prima fila
per osservare i bambini i loro visi seri e sereni coinvolti sembravano giovani saggi di matura intelligenza sociale
l’intensita’ dei loro occhi emozionati lasciava intuire anzi palesava allegramente quanto quel piccolo momento semplice (in rapporto alle nostre abitudini anche banale, in fondo la novita’ non erano che due luci al neon piazzate per illuminare pochi metri!)
quel breve momento fosse realmente un evento da celebrare
e loro a testa alta era come se dicessero al mondo il loro “ehi! io ci sono!”
in un angolo sperduto del mondo
fuori isolato esiliato da ogni comunicazione mediatica ad un evento di cosi’ ferma coscienza:

io c’ero

ho alzato gli occhi verso il cielo
niila, c’era anche la luna ad illuminare pallidamente quell’angolo delle meraviglie, tempestiva supplente quando la labilita’ degli artifici umani, elettricita’, si manifesta
lei era li’ silenziosa sapiente
presenziava
sfondo magico di quella perfetta scenografia

ho abbassato gli occhi perche’ mi sono commossa
perche’ quell’umanita’ semplice e autentica mi pulsava tanto forte dentro le vene, nel sangue
esserci e’ stato mistico
sono stata cosciente che ero alla presenza dell’umanita’ piu’ umana
che forse e’ Dio

per sancire dare compimento all’intimita’ di quel momento avrei voluto mangiare con loro il pane si sarebbe moltiplicato per saziare tutti
invece tutto si e’ concluso con la distribuzione di una caramella a testa da parte del futuro insegnante di sostegno del doposcuola !!!
mentre ci salutavamo con quella gente, una ragazza si e’ voluta fare una fotografia con me che onore!
non mi sono mai sentita pero’ cosi’ fuori posto
io dovevo ringraziare e fare di tutto per incidere nella memoria questo tempo accogliente e ricco con loro
invece ricevevo ringraziamenti inchini del capo
chissa’ perche’? per...esserci?
forse il mistero di Dio e dell’uomo e’ questo.....................esserci
ripenso al vangelo di Matteo della moltiplicazione dei pani
penso a Pietro
quando Gesu’ vuole lavargli i piedi e lui, uomo, peccatore
non si sente degno
e Gesu' ribatte “se non ti lavero’ i piedi, non avrai parte con me”